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Moltiplicazione
Accanto alle sostanze tradizionali adatte alla preparazione del
terriccio, quali la sabbia e la torba, stanno ottenendo notevole successo
la vermiculite e la perlite.
La vermiculite è un minerale micaceo i cui strati, in seguito a
riscaldamento, perdono acqua, si sfaldano assumendo forme vermiculari.
Ne risulta un prodotto ideale per l’apparato radicale delle talee in quanto
la struttura porosa è in grado di trattenere acqua. Inoltre è
un materiale sterile, libero da qualsiasi microrganismo che potrebbe attaccare
le giovani piante. La vermiculite contiene piccole quantità di potassio,
calcio e magnesio, elementi utili alla ripresa vegetativa. Immagazzinando
acqua e sostanze nutritive all’interno della sua struttura vermiculare,
ha la proprietà di cederle in un secondo tempo, questo fa sì
che si possano somministrare quantità maggiori di fertilizzante,
senza danneggiare la pianta, rispetto a quelle consentite in presenza di
un terriccio normale.
La perlite è roccia effusiva di origine vulcanica che, durante il
raffreddamento forma una serie irregolare di fratture globulari, è
altrettanto eccellente per il radicamento delle piantine; trattiene acqua,
non marcisce né subisce deterioramenti. Contrariamente alla vermiculite,
non contiene però sali minerali e non è in grado di immagazzinare
acqua e sostanze nutritive.
La vermiculite e la perlite possono essere adoprate da sole o congiuntamente
a sabbia e torba.
Talee apicali
Nelle piante a fusto le talee devono essere scelte tra i getti più
rigogliosi con germogli ben sviluppati; devono avere una lunghezza compresa
tra 7 e 10 cm e contenere da quattro a sei foglie. Con un coltello ben
affilato e sterilizzato tagliate a circa 6-7 mm sotto il nodo fogliare.
Le radici si svilupperanno meglio se le talee verranno sistemate in un
substrato di radicazione, preventivamente inumidito, che semplicemente
in acqua. Le sole piante che radicano bene in acqua sono i filodendri,
i ficus, e alcune specie di begonie. I1 substrato di radicazione può
essere semplicemente vermiculite o perlite o torba o sabbia molto fine;
o si può anche usare una miscela di due o più di questi componenti.
Riempite un vaso (di terracotta o plastica) con il substrato di radicazione
prescelto e lasciate tra la superficie di questo e l’orlo del vaso 2,5
cm circa.
Annaffiate abbondantemente. Praticate dei fori con una matita o un bastoncino
e inserite le talee a debita distanza L’una dall’altra. Dovete togliere
tutte le foglie situate lungo il gambo che sarà interrato perché
altrimenti marcirebbero. Annaffiate di nuovo per eliminare tutte le bolle
d'aria. Comprimete con le dita il substrato attorno a ogni talea in modo
che risultino ben fissate. Lasciate defluire L’acqua dal vaso.
È normale che le foglie si disidratino rapidamente senza un apparato
radicale capace di rimpiazzare L’umidità dispersa, per prevenire
L’appassimento, coprite il vaso con un sacchetto di plastica che fisserete
con del nastro adesivo o con un elastico. Il sacchetto manterrà
L’umidità e il calore necessari alle talee fino a quando non si
saranno sviluppate le radici. La protezione di plastica non è necessaria
se le talee sono collocate in un seminterrato o in una serra che presenta
un grado di umidità del 50% o più. Le piante grasse, le sezioni
rizomiche e le talee a foglie carnose non hanno bisogno di essere coperte
se il grado di umidità circostante è del 50% o superiore;
il loro substrato di radicazione deve essere tuttavia mantenuto sempre
umido. Neanche le talee sistemate in acqua hanno bisogno di essere coperte.
Collocate le talee in posizione luminosa, ma lontane da raggi solari diretti.
Le talee delle piante grasse sono le uniche che possono resistere a un'illuminazione
solare diretta senza avvizzire.
Controllate lo sviluppo delle radici dopo 10-15 giorni: date alla piantina
un leggero colpetto, se L’apparato radicale si è sufficientemente
sviluppato, la talea rimarrà attaccata al substrato di radicazione;
se invece si stacca, reinseritela e ripetete il controllo dopo una settimana.
Una volta che le radici si sono formate, rinvasate le talee in vasi molto
piccoli ed esponetele alla giusta illuminazione annaffiandole con una quantità
d'acqua adeguata alla varietà.
Talee fogliari
Per riprodurre le piante per talea fogliare, dovete scegliere foglie
adulte con almeno 13 mm di picciolo.
Riempite un vaso con del substrato di radicazione già umido (vermiculite
o perlite, o torba, o sabbia o una miscela di tutte e quattro) fino a 2,5
cm dall’orlo del vaso. Con un piccolo stecco di legno, praticate nel substrato
dei fori un po' meno lunghi del picciolo delle foglie. Inserite nei fori
le talee così che il picciolo tocchi il fondo e la lamina fogliare
non tocchi il substrato. Comprimete leggermente con le dita in modo che
la foglia si fissi bene.
Coprite il vaso con un sacchetto di plastica e sistematelo in un luogo
ben illuminato ma non a diretto contatto con i raggi solari.
Le talee fogliari delle piante grasse sopportano la luce solare diretta
e non è, quindi, necessario coprirle; il substrato di radicazione
deve essere comunque mantenuto umido.
Nel giro di 4-8 settimane, appariranno delle piccole piantine alla base
delle talee. A questo punto separate la piantina dalla foglia con una lama
di rasoio molto affilata, quindi disponetela in un vaso piccolo, riempito
con del terriccio adatto, pressatelo bene in modo che questo risulti di
circa 1 cm sotto L’orlo del vaso. Ora le piantine possono essere esposte
alla luce solare e devono essere annaffiate secondo le particolari necessità
della varietà a cui appartengono.
Talee fogliari di begonia
Si può eseguire un altro tipo di moltiplicazione fogliare
utilizzando le foglie di begonia (Begonia rex). I1 terriccio migliore per
le talee ottenute da foglia di begonia è una miscela di sabbia e
torba.
Dopo aver adagiato la foglia con la pagina inferiore a contatto con il
terriccio già umido, fissatela con una forcina da capelli che inserirete
in corrispondenza delle venature, la foglia resterà così
a contatto con il terreno. Con la lama di un rasoio praticate quindi alcuni
taglietti agli incroci delle nervature principali della foglia, da questi
tagli, dopo alcune settimane, spunteranno le nuove piantine.
Ricoprite con un sacchetto di plastica, fissato all’orlo con un elastico,
per mantenere un'atmosfera umida. Quando le piantine si saranno sviluppate,
invasatele separatamente in piccoli vasi. Utilizzate terriccio adatto alla
begonia, esponete le piante a una illuminazione corretta e fornite loro
la quantità d'acqua necessaria alla varietà.
Stoloni
Numerose piante si moltiplicano producendo alla base del fusto lunghi
rami striscianti, all’apice dei quali si sviluppa una piccola piantina.
Basterà coprire gli stoloni con lo stesso terriccio del vaso in
cui cresce la pianta madre: la piantina comincerà a sviluppare un
apparato radicale autonomo. Quando quest'ultimo sarà cresciuto abbastanza,
travasate la piantina in un vaso più piccolo.
Un altro metodo per moltiplicare gli stoloni consiste nello staccare il
germoglio dallo stolone e piantarlo autonomamente nel terriccio, trattandolo
come se fosse una talea apicale.
Polloni o succhioni
Si tratta di vere e proprie piantine, che si sviluppano utilizzando
L’apparato radicale della pianta madre. Si presentano alla base della pianta
madre o anche a breve distanza da essa. Nell’ultimo caso il pollone, oltre
ad avere un sistema radicale proprio, è collegato mediante stoloni
sotterranei al sistema radicale principale.
I polloni non possono crescere bene, una volta separati dalla pianta madre,
se il loro apparato radicale non è ancora sufficientemente sviluppato.
Aspettate dunque che raggiungano un'altezza di 7-1O cm, prima di separarli.
Una volta cresciuti abbastanza, rovesciate il vaso, e battetelo, estraete
quindi la zolla con le radici. Scuotete via il terriccio, con un coltello
affilato e sterilizzato, staccate i polloni dalla pianta madre. Tagliate
il più possibile vicino al fusto principale. Rinvasate la pianta
madre, e i polloni in singoli contenitori più piccoli.
Divisione
La moltiplicazione per divisione è il metodo ideale per quelle
piante che crescono producendo più di un fusto o che si presentano
in cespi o in masse di vegetazione irregolari.
Le piante che si possono propagare per divisione sono fra l’altro: la violetta
africana, il falangio e le felci. I1 periodo migliore per dividere una
pianta è la primavera.
L’operazione consiste nello scindere una pianta in due o tre esemplari
più piccoli, che poi trapianterete. Ognuna di queste piantine conserva
una porzione dell’apparato radicale originario, del fusto e della vegetazione
terminale, basteranno soltanto pochi giorni perché la piantina si
riadatti.
Rovesciate la pianta ed estraete la zolla dal vaso battendolo contro una
superficie dura. Dovete separare i fusti con delicatezza, stando attenti
che ognuno di essi conservi una parte del sistema radicale. Nel caso in
cui questa operazione risulti difficile, scrollate la pianta in modo che
un po' di terra venga via dalle radici, così sarete in grado di
individuarne la struttura. Con l’aiuto di un coltello affilato, che avrete
già sterilizzato, separate i fusti tagliando attraverso il punto
di congiunzione fra la vegetazione terminale e le radici. Dato che questa
operazione rappresenta comunque un trauma per la pianta, è meglio
non eseguire divisioni troppo piccole. Se le sezioni sono consistenti infatti,.
la pianta potrà riprendersi rapidamente.
Dopo aver rinvasato le nuove piantine, annaffiatele abbondantemente. I1
motivo di insuccesso più frequente nella coltivazione di esemplari
ottenuti per divisione è L’eccessiva annaffiatura. Lasciate quindi
che lo strato superiore del terriccio si asciughi prima di irrigare nuovamente.
Se le foglie incominciano ad appassire, coprite le piante con della plastica,
sostenendola con dei bastoncini in modo che non tocchi il fogliame, tenetele
al riparo dalla luce diretta del sole per circa una settimana.
Può succedere che la pianta perda alcune foglie. Asportate le foglie
esterne eventualmente ingiallite. Quando la pianta si sarà perfettamente
ripresa, riportatela in condizioni di luce e di temperatura normali e riprendete
ad annaffiarla regolarmente, secondo le esigenze della varietà.
Margotta aerea
Cosa fare con piante da appartamento, per esempio un ficus, una
diefferbachia o una dracena, che sono diventate troppo alte? La margotta
aerea è un'ottima soluzione a questo problema. Si tratta di un metodo
di moltiplicazione per mezzo del quale si producono radici «aeree»
in un punto qualsiasi del fusto della pianta madre, con questo metodo sarà
quindi possibile separare una porzione di fusto il quale potrà poi
crescere autonomamente.
Praticate una fessura con una lama di rasoio o con un coltello affilato
a circa un terzo dall’apice della pianta. Eseguite un taglio obliquo sul
fusto principale e inserite un pezzettino di stuzzicadenti o un fiammifero
nella fessura per tenerla leggermente aperta. Avvolgete della torba o sfagno,
abbondantemente inumidita, intorno al taglio, fasciate quindi con un foglio
di plastica che fisserete con della rete; lasciate però un'apertura
per potere spruzzare dell’acqua sì da mantenere umida la torba.
Continuate a curare la pianta come facevate pr ma del taglio.
A seconda della specie, ci vorranno da poche settimane a diversi mesi prima
che si formi un apparato radicale autonomo. Quando, attraverso la plastica
riuscirete a vedere qualche radice, tagliate il fusto della pianta al di
sotto della plastica e staccate la piantina dalla pianta madre. Invasate
il nuovo esemplare in un contenitore da 10-15 cm con terriccio appropriato
e copritelo con un sacchetto di plastica, per assicurare il calore e l’umidità
necessari, finché le radici si saranno saldamente fissate alla terra.
Semi
I semi sono il prodotto della fecondazione di una cellula-uovo situata
nel pistillo di un fiore a opera del polline dello stesso fiore o di un
fiore diverso. Ogni seme è unico, vale a dire possiede un patrimonio
genetico proprio.
Lo sfagno frantumato (o anche passato attraverso un setaccio metallico)è
un substrato particolarmente adatto alla germinazione dei semenzali; si
possono tuttavia utilizzare in alternativa la verniiculite e la perlite.
I recipienti alimentari per frigoriferi, i vasetti di vetro, i barattoli
per le conserve o i sacchetti di plastica si prestano ottimamente come
contenitori in cui far germinare i semi. È sufficiente che siano
accuratamente coperti e che presentino .sul fondo dei fori di drenaggio
attraverso i quali i semi possano ricevere umidità.
Riempite il contenitore fino all’orlo con il terriccio prescelto e comprimetelo
finché si sarà abbassato di circa 15-20 mm, annaffiate abbondantemente
e lasciate che L’acqua venga assorbita.
Per piantare semi di piccole dimensioni, sarà sufficiente spargerli
sulla superficie del terriccio; sprofonderanno nel terreno da soli. I semi
più grandi vanno invece coperti con uno strato di sfagno umido e
sminuzzato o di vermiculite minuta. Lo strato dovrebbe avere all’incirca
uno spessore doppio di quello dei semi, in modo da mantenerli umidi per
tutta la germinazione. Assicuratevi che i semi siano ben distanziati l’uno
dall’altro, cosicché le future piantine dispongano dello spazio
sufficiente per potere crescere.
Collocate il contenitore in acqua tiepida fino a quando il terriccio non
ne avrà assorbito abbastanza da risultare bagnato anche in superficie.
Non annaffiate mai dall’alto; L’acqua trascinerebbe i semi interrandoli
profondamente. Coprite il contenitore e collocatelo in un luogo luminoso
(evitate il sole diretto) a una temperatura fra i 21 e i 26 OC. Non scoprite
il vaso finché i semi non avranno germinato, non appena saranno
spuntate le pianticelle, scopritele e mettetele nell’ambiente indicato
alla specie a cui appartengono.
Di mattina somministrate alle piante una quantità d'acqua appena
sufficiente a mantenere il terriccio umido fino a sera. In eccesso d'acqua
le piante rischiano di essere attaccate da una micosi, chiamata marciume
delle piantine dei semenzai, che colpisce le cellule vegetali a livello
del suolo e può uccidere la pianta.
Le prime due foglioline che appariranno serviranno a nutrire la giovane
pianta; è soltanto con la seconda coppia di foglie che comincerà
la vera e propria crescita. Quando i semenzali presentano da quattro a
cinque foglie è il momento opportuno per trapiantarli.
Servitevi di una forchetta per liberare le piantine dal substrato e invasatele
singolarmente in piccoli vasi con terriccio adatto al tipo di pianta. Fissate
accuratamente i semenzali nel terriccio facendo pressione intorno al fusto.
Evitate di toccare la pianta, contribuirà a far attecchire le radici
e stimolerà una crescita rigogliosa.
Le piante di rapida germinazione come la begonia, il geranio e il coleus,
se cimate al momento del trapianto emetteranno getti laterali e si svilupperanno
in lussureggianti cespugli. Quando il vaso comincia a essere troppo esiguo
per le piantine, rinvasatele in un contenitore più grande.
Rizomi
I rizomi sono fusti che si sviluppano strisciando sulla superficie
del terriccio. Un metodo di moltiplicazione consiste nello spezzare ognuno
di essi in due o tre sezioni, cospargerli con uno stimolante a basso contenuto
ormonico e piantarli.
Un altro metodo di propagazione si basa sulla preparazione di un substrato
di germinazione umido, nel tagliuzzare i rizomi e quindi spargerli sulla
superficie del terriccio. Coprite con dello sfagno sminuzzato o con lo
stesso terriccio. Questo strato dovrebbe essere spesso almeno il doppio
rispetto allo spessore dei pezzetti. Con questo sistema un rizoma di 2,5
cm può produrre più di venti nuove piantine, a cui dedicherete
le medesime cure, appena descritte per i semenzali. Le piante appartenenti
alla famiglia delle Gesneriacee, raddoppiano ogni stagione il numero di
rizomi. Si tratta di piante ornamentali a cui appartengono molti arbusti
ed erbe perenni, tropicali e subtropicali con fiori appariscenti.
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