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LA FOTOSINTESI CLOROFILLIANA

di Francesco CARDONE
La luce del Sole, si spande in tutte le direzioni e solo una piccola parte raggiunge la superficie della Terra, pur tuttavia essa è sufficiente per le attività vitali dei vegetali i quali, riescono a catturare la luce solare e la utilizzano per le loro esigenze connesse al metabolismo e quindi alla crescita. Il meccanismo di assorbimento si realizza poiché sulle foglie delle piante esiste una sostanza capace di assorbire le radiazioni solari, ovvero un pigmento verde, la clorofilla, estraibile dalle foglie con alcool, in forma grezza. A ben guardare quest'ultima è formata in massima parte dalla mescolanza di pigmenti verdi. Chimicamente la clorofilla è costituita di carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto e magnesio ed è concentrata in alcuni organelli delle foglie, i cloroplasti che svolgono la funzione di produttori di clorofilla se ricevono la necessaria quantità di luce. Non a caso una pianta posta in un ambiente poco illuminato tende a perdere il tipico colore verde. E' interessante a questo punto approfondire il meccanismo mediante il quale l'energia luminosa viene utilizzata, questo prende il nome di fotosintesi. Il termine sintesi ha, in chimica, il significato di reazione per la produzione di una sostanza a partire da sostanze più semplici. E in effetti la fotosintesi è un processo chimico che per reazione di due sostanze inorganiche, l'acqua (liquido) e l'anidride carbonica (gas) mediante la luce da luogo ad un gas, l'ossigeno ed a un prodotto abbastanza complesso, il glucosio (zucchero). La luce è l'agente capace di attivare il processo chimico, essa infatti viene assorbita dalle molecole di clorofilla, le eccita e provoca spostamenti di elettroni all'interno degli atomi. L'energia che si accumula viene utilizzata per far avvenire le reazioni chimiche che portano alla scissione delle molecole di acqua (H2O) che sono presenti nella reazione sù riportata. Rompendosi la molecola di acqua si libera ossigeno (O2) nell'atmosfera. L'idrogeno (H2) invece compie un processo abbastanza complesso, che qui tralasciamo, e combinandosi (reagendo) con l'anidride carbonica (CO2), produce zucchero (C6H12O6). Come si può osservare quindi l'ossigeno dell'aria può essere considerato un importante sottoprodotto della fotosintesi e questo ci fa pensare a quanto siano importanti le piante per l'equilibrio vitale del nostro pianeta ed agli effetti disastrosi causati dal progressivo disboscamento di sempre più vasti territori. Il destino dello zucchero, invece è legato alla capacità che le cellule vegetali hanno di immagazzinarlo sotto forma di amido, per poi utilizzarlo quale fonte di energia per compiere le proprie attività vitali (respirazione). In definitiva il processo fotosintetico può essere considerato, a buon diritto, l'anello di congiunzione tra due mondi, quello non vivente e quello vivente. Infatti osservando la reazione chimica che presiede al processo, si vede chiaramente come dall'incontro di due sostanze inorganiche, col solo apporto della radiazione solare, si pervenga alla formazione di una sostanza organica, lo zucchero che entra a far parte del tessuto vivente delle piante. In definitiva va sottolineato come solo i vegetali verdi siano i responsabili del mantenimento della vita in ogni ambiente, essi infatti, catturano quell'immensa fonte di energia, la luce solare, la quale in assenza di questi recettori andrebbe dispersa nello spazio. In sostanza l'energia contenuta in un raggio di luce viene catturata da una molecola di clorofilla, accumulata poi nella molecola di zucchero viene poi utilizzata dal mondo vivente. E' bene in ultimo sottolineare che gran parte del processo fotosintetico, circa il 90%, non si svolge sulla Terra bensì negli oceani, nel mare, nei laghi, fiumi, ecc. Tuttavia l'acqua è abbastanza selettiva nel compiere l'assorbimento della radiazione solare e le alghe, poste a varie profondità, sono costrette a sviluppare pigmenti diversi dalla clorofilla per catturare la luce che poi comunque viene sempre trasmessa alla clorofilla.

da HELIOS Magazine ANNO II - n.2

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