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Alberi: immensi ed eterni
di Andrea Maroè
Può sembrare ovvio, per chi vive spesso a contatto con le piante, ma gli alberi sono organismi vegetali molto diversi dagli organismi animali. Gli animali possono muoversi e possiedono una crescita finita e definita. Gli alberi, invece, non possono muoversi, non possono spostarsi per ripararsi dal freddo o per vivere in un ambiente meno ostile. La loro possibilità di reazione all'immobilità e data dalla crescita continua ed indefinita. Ogni anno cioè gli alberi creano nuovi tessuti rigenerandosi completamente grazie a tessuti in grado di produrre cellule totipotenti: i sistemi meristematici apicali (presenti su germogli e radichette assorbenti – parti non lignificate) e i sistemi cambiali (presenti su radici, fusto, branche, rami – parti lignificate). Questo implica che non sappiamo, a tutt’oggi, quanto a lungo un albero possa vivere e non sappiamo quanto grande (in altezza, in larghezza, in biomassa etc.) un albero possa diventare. Il raggiungimento di dimensioni eccezionali e legato, in natura, sia al corredo genetico della pianta, sia alle interazioni dello stesso con l’ambiente circostante, con il suo mantenersi più o meno a lungo inalterato, e con la capacita di adattamento della specie a quel particolare ecosistema. In questo articolo vorrei però fare una breve panoramica sugli alberi monumentali più importanti del mondo sia per dimensioni che per età. Certamente tutti conoscono le sequoie americane; non tutti sanno pero che esistono due specie ben distinte, adattate a climi ed ecosistemi molto diversi tra loro e che detengono primati abbastanza differenti.
SEQUOIA SEMPERVIRENS
E’ una specie capace di crescere sia in foreste pure sia miste piuttosto estese costituendo uno dei pochi esempi di foresta pluviale temperata poiché vive in zone molto umide influenzate dai venti carichi di pioggia provenienti dall’Oceano Pacifico. La zona di distribuzione di queste sequoie va dall’Oregon alla California del Nord, ove troviamo gli esemplari più maestosi. Il "National Geographic Society Tree" e l’albero, misurato con precisione vicina al centimetro (112,11 metri di altezza), più alto del mondo. Queste piante, attraversando tre diversi microclimi con la loro incredibile altezza, si sono adattate modificando il loro apparato fotosintetico. La lamina fogliare delle foglie più basse e piatta, piuttosto aperta, simile a quella di un tasso, in grado di assorbire in maniera eccellente acqua ed elementi nutritivi mediante scambi con l’atmosfera umida. Le foglie presenti sulle cime, esposte all’azione dei venti e a temperature molto più elevate, sono di tipo aghiforme, molto appressate ai rametti (simili a quelle delle criptomerie). Salire in solitaria su questi giganti – il cui primo ramo può essere a 45 metri di altezza, vedere le foglie e la forma della pianta cambiare man mano che si inizia a intravedere il sole, fino ad arrivare sulle cime quasi nude, bruciate dal vento salmastro e dai fulmini – ha rappresentato, per un appassionato di alberi come me, una delle sensazioni più forti finora sperimentate "in pianta". Non si sa se esistano o se siano esistiti esemplari più alti del National Geographic Tree: alcune misurazioni di sequoie abbattute all’inizio del nostro secolo hanno rilevato altezze superiori ai 130 metri ma sono ritenute poco affidabili. Gli eucalipti australiani (Eucaliptus regnans) sembra possano essere alti fino a 145 metri di altezza, ma in questo caso non esistono ancora misurazioni precise.
SEQUOIADENDRON GIGANTEUM
Sulla Sierra californiana e lontani dal mare, in climi aridi dove spesso il fuoco devasta le foreste, si ritrovano riuniti gli ultimi esemplari di Sequoiadendron giganteum, in piccoli boschi di pochi individui (grove). Il General Sherman, nel Sequoia National Park, costituisce l’essere vivente di maggior volume presente sulla terra. Ha un peso stimato pari a 5.445 tonnellate ed un volume misurato di 1.41 metri cubi. Ha infatti un’altezza pari a 83,03 metri con una circonferenza alla base di 30,97 metri, la branca più grossa nasce a quasi 40 metri sul fusto e raggiunge una circonferenza pari 6,15 metri per un’altezza di 39 metri. Non ho potuto scalare "il Generale" e ho dovuto accontentarmi di un suo cugino: "Bull Buck", (tutte le sequoie importanti hanno un proprio nome) cresciuto in Nederl Grove. La circonferenza alla base è di 29 metri, l’altezza di 77 metri, la prima branca di oltre 2 metri di diametro a 25 metri, per un’età stimata pari a 2.900 anni. Il 29 luglio 997, a mezzogiorno in punto, ero in cima a questa splendida e difficile pianta dopo una scalata di 3 ore e 29 minuti
su una corteccia morbida e stopposa, resistente al fuoco e spessa oltre 40 cm.
In cima, i rametti portavano i galbuli verdi, capaci di rimanere sui rami per oltre 20 anni fino a che scoiattoli e insetti non li fanno cadere al suolo, dove solo il passaggio del fuoco, capace di creare ampi varchi nella foresta, li risveglia a nuova vita.
FICUS BENGALENSIS
Appartenente alle specie tropicali, questa pianta denominata ficus del Buddha, che a stento raggiunge i 30 metri di altezza, ha però una chioma amplissima capace di coprire una superficie di quasi 3 ettari, grazie all’emissione di radici aeree che diventano fusti di sostegno secondari. L’esemplare del giardino botanico di Calcutta ha oltre duecento fusti secondari.
PINUS ARISTATA var. LONGEVA
Sono alti poco più di 15 metri, ma sono gli organismi più vecchi ancora viventi presenti sulla faccia della terra. Vivono a oltre 3.500 metri, sulla Sierra Nevada, in solitudine pressoché completa. Vegetano e crescono pochissimo anche se sono perfettamente adattati al loro ambiente. II visitatore che si addentra su queste lunghe strade bianche quasi si perde, osservando questi alberi contorti, col loro legno rosso, bianco, giallo, nero, i pochi germogli verdi che spuntano da un legno che, a prima vista, sembrerebbe secco, unici e solitari testimoni di epoche passate, in un deserto alpino dove il vento caldo che proviene dal deserto si scontra con la brezza gelida della neve sulle cime. "The Patriarch" ha solo 14 metri di altezza e 15 metri di circonferenza alla base, ma raggiunge la veneranda età di 4.878 anni, mentre le sequoie più vecchie arrivano a stento a "soli" 3.000 anni. La sera che mi sono seduto tra i suoi rami più alti, come sopra la cima della piramide di Cheope, non volevo assolutamente più scendere, rapito dalla magica bellezza di un luogo silenzioso, dove ero rimasto l’unico spettatore e dove ogni ramo e ogni foglia – raccontandomi tra il vento la loro antica storia – mi riempivano di infinito stupore.
(tratto da "Il giardino fiorito", n° 10/1998)
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