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TUTTI I GIARDINI HANNO UNA QUALCHE SPECIALE QUALITA'
Graham Stuart Thomas, un'icona del giardinaggio,
racconta a Tim Richardson, i suoi punti di vista sullo stato dell'orticultura oggi in Gran Bretagna

PADRINI di tutto il mondo, fatevi animo, potreste essere molto utili! Questo fu spettacolarmente il caso di Graham Stuart Thomas, una delle più importanti figure dell’orticoltura del XX secolo, che da ragazzo ricevette una fucsia in regalo dal suo padrino. 'Credo che tutto nacque allora,' racconta. 'All’età di sei anni decisi che avrei lavorato nell’orticoltura. Ero un tipo ostinato.' Ricorda che suo padre disse qualcosa come 'Non potrai mai guadagnarti da vivere in questo campo, ragazzo mio,' ma il risoluto seienne restò fedele al suo progetto e dieci anni più tardi lasciò la scuola e non si voltò mai più indietro.

Superando ricorrenti problemi di salute che lo afflissero fin dall'età di 10 anni - 'ero un bambino delicato' - Graham portò avanti con successo una carriera di vivaista, autore, artista, fotografo, salvatore di rose antiche - e, come 'Consigliere per i Giardini' presso il National Trust dalla metà degli anni Cinquanta fino alla fine degli anni Settanta, il suo fu forse tra i contributi più influenti.

Il suo nome è noto alla maggior parte dei giardinieri grazie ai suoi libri e per la consuetudine di molti orticultori di onorare i loro eroi nei nomi delle piante. Così 'Graham Thomas' è entrato in migliaia di giardini inglesi sotto forma di rosa o di caprifoglio a fiori gialli - le più note tra le molte piante che portano il suo nome.

Ora, novantenne, Graham vive solo nel Surrey, in un bungalow riecheggiante lo stile Arts and Crafts. Due pianoforti, accostati l'uno all'altro nel suo soggiorno, testimoniano un'altra passione della sua vita, la musica, seconda solo all'amore per le piante: sia il giardino davanti che quello sul retro sono colmi di arbusti raffinatissimi. Rododendri e mahonie, i favoriti, prosperano in quel terreno acido. Il quarto di acro dietro alla casa è splendido: una semplice falce di prato, annunciata da una coppia di vasi formali, costeggiata da larghe bordure da entrambi i lati.

Attualmente è impegnato in una raccolta di biografie di eminenti figure del giardinaggio del XX secolo. 'Ci saranno 50, 60 o più nomi nel libro,' esordisce. 'Ma sono certo che se altri scrivessero un tal libro, altri sarebbero i nomi scelti.'

Graham crede fermamente che l'orticoltura 'sia andata rapidamente declinando negli ultimi dieci anni. 'La scelta di piante è diventata molto più grande e spesso molto più volgare', aggiunge. 'Anche le lisette devono diventare doppie. Lo stesso vale per gli ellebori. Doppi sono assolutamente diversi - e si deve essere diversi al giorno d'oggi. E i programmi di giardinaggio in TV cercano di spiegarti che giardinare è facile, e non lo è.' Ugualmente intransigenti sono le sue idee sulla progettazione: Graham non ha tempo per i moderni giardini da esibizione del Chelsea Flower Show, dove vede che le piante sono eclissate dagli altri materiali.

Nell'opinione di molti storici del giardino, il XX secolo è stato dominato dalle bordure miste o da quelle erbacee, ma Graham non è d'accordo. 'Sono stati gli arbusti e i rododendri che hanno preso d'assalto l'orticoltura nell'ultimo secolo. Le bordure erbacee erano il non plus ultra 80 anni fa, ma poi si è cominciato a scrivere e a dire che gli arbusti sono più facili da gestire. A mio modesto parere essi richiedono altrettanto lavoro.'

Graham è parimenti iconoclasta quando si va a valutare i giardini di culto del XX secolo, come Sissinghurst Castle e Hidcote Manor, a entrambi i quali soprintendeva al tempo in cui era al National Trust. 'Hidcote non è sopravvalutato,' sostiene. 'Non c'è niente di simile. Sissinghurst - se non fosse stato fatto da Vita Sackville-West e da suo marito…'. Decide di non finire il suo ragionamento. 'Non sapevano niente di giardinaggio quando arrivarono. Il giardino è stato realmente creato dalle due giardiniere che vennero in seguito.'

In ottima posizione per poter giudicare lo sviluppo della teoria dei colori nella bordura erbacea, Graham precisa che Gertrude Jekyll non fu l'unica innovatrice in questo campo. A suo parere Crathes Castle fu un giardino di vitale importanza dei primi anni del XX secolo e 'Lady Burnett fu una progettista del colore molto originale,' afferma. 'Era più brava di Gertrude Jekyll - che seguiva la via più facile, graduando i colori ed evitando i forti contrasti - laddove Lady Burnett nella parte centrale del suo giardino usava il rosa mattone scuro dei suoi muri come sfondo per fiammeggianti papaveri rossi, timi color Magenta, rose antiche e così via.

'Ebbe anche la sapienza, quando decise di creare un giardino bianco, di piantare una siepe di Prunus cerasifera 'Pissardii' come fondale, in modo da far risaltare maggiormente il bianco dei fiori. Come si vede, c'era altra gente con delle idee sui colori - Gertrude non era l'unica.'

Graham Stuart Thomas


INFLUENZA INVISIBILE

Graham può essere meglio conosciuto ai giardinieri attraverso i suoi libri e le piante che da lui presero il nome, ma il suo contributo più determinante è stato più o meno anonimo. Presso il National Trust, praticamente lavorò da solo, dando direttive e istruzioni ai capigiardinieri dei più celebrati giardini del paese durante il loro ripristino e restauro.

'Non sono un progettista. Sono un orticultore,' dichiara perentoriamente come gli è proprio. Anche così, i suoi giudizi estetici hanno avuto un enorme impatto su giardini celebri come Hidcote Manor - la prima proprietà che il Trust accettò puramente per i meriti del giardino - e su più di cento altri.

Pur se gli capita di non usare mezzi termini in fatto di giardinaggio, Graham può avere lo charme del diplomatico quando parla degli anni passati a visitare e valutare i giardini di grandi dimore. 'Nel complesso i proprietari erano persone gradevoli, gentili e ospitali.' Ma ammette di aver avuto delle difficoltà con alcune vedove, che ritenevano che i loro defunti mariti avessero dato via la loro casa, ed erano riluttanti ad abdicare alla loro giurisdizione sulla casa o sul giardino.

Ciò nonostante, le sue concezioni sui giardini non sono per nulla sentimentali. Se gli si chiede se ha delle preferenze da qualche parte, se ci sono giardini verso i quali sente una speciale affinità, Graham guarda fissamente avanti a sé, stringendo gli occhi e valutando attentamente la questione, come fa sempre. Poi risponde con deliberata precisione: 'No. Il lavorare in questi giardini ha destato la mia mente alle diversità che esistono tra giardino o giardino. Tutti hanno una qualche qualità speciale.'

Graham lavorò sempre a part-time per il National Trust, dividendo il suo tempo con il suo vivaio. Era una specie di gentlemen's agreement, che sarebbe difficile ripetere oggi. 'Il Trust era un ente affabile,' ricorda. Lo si sarebbe potuto definire anche 'sonnacchioso'. Ma genuino. Non si ha idea di come sia diverso da quello di una volta. Ora è enorme ed ha assunto una mentalità commerciale. E' tutt'un'altra cosa.

Egli fa squillare un campanello d'allarme sugli effetti dovuti semplicemente al numero delle persone che vanno a visitare le proprietà del National Trust: 'I giardini stanno rovinandosi. Ci si rese conto alcuni anni fa che l'eccesso di visitatori rovinava le case, ma questo succede anche ai giardini. La maggior parte di questi posti erano concepiti per la famiglia e una mezza dozzina di ospiti un paio di volte all'anno. Non so come intendano affrontare la situazione.'

Una conversazione con Graham Stuart Thomas non può non toccare anche le rose, dato che il suo nome è così fortemente associato ad esse. Dobbiamo ringraziarlo per aver organizzato il rinascimento delle soffici rose antiche, dalle splendide corolle color pastello, molte delle quali avevano perso il favore popolare dopo l'introduzione di quelle rifiorenti, come gl'ibridi di tè.

Una visita ai prosperosi vivai di David Austin o di Peter Beales, oggi, prova che l'istinto di Graham verso le rose antiche era giusto, anche se lui non si è mai opposto ai tipi più moderni, e ammette che 'da molti punti di vista, è impossibile battere il classico ibrido di tè, dalla corolla semiaperta'.

Il roseto a Mottisfont Abbey, nell'Hampshire, è la testimonianza vivente della tenacia e del buon gusto di Graham. 'Penso che sia la collezione più completa,' dice modestamente, quindi aggiunge un consiglio molto preciso: 'Ci si deve andare il 29 giugno, quando le rose sono al loro massimo splendore.'

Ogni anno?

'Ogni anno', risponde Graham Stuart Thomas con un sorriso certamente malizioso.


(tradotto dal 'The Garden'  di marzo 2002)



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