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E’ possibile anche da soli preparare le piante, ma per le prime esperienze è consigliabile l’utilizzo di piante giovani.
La prima operazione da effettuare consiste nel rimuovere con delicatezza tutta la terra dalle radici.
Dopo aver tolto il pane di terra dal vaso lo si mette a bagno in acqua tiepida per tutta una notte; al mattino una buona parte della zolla si sarà
disciolta, quella ancora compatta si potrà togliere manipolandola delicatamente.
Una volta tolta tutta la terra le radici verranno ripetutamente lavate con un getto di acqua tiepida al fine di eliminare ogni traccia di terra,
operazione che permettere di evitare che le radici marciscano.
Svolta questa prima operazione si cercherà di sciogliere l’ammasso radicale evitando di danneggiare le radici che una volta libere saranno
inserite nei fori dell’apposita griglia dell’idrovaso.
L’idrovaso sarà quindi riempito di argilla espansa per agricoltura precedentemente tenuta a bagno per 24 ore, quindi si inserirà la griglia
cercando di distribuire uniformemente le radici nel contenitore, si coprirà la griglia stessa con argilla espansa.
E’ importante che l’argilla sia del tipo da agricoltura poiché quella normalmente usata per l’edilizia contiene metalli pesanti che a lungo tempo
potrebbero risultare dannosi per la pianta.
I vasi da idrocoltura sono dotati di un segnalatore di livello e a questo punto dovremo riempire il contenitore d’acqua a temperatura ambiente
fino al segno di livello massimo.
Dopo 3 o 4 settimane la pianta, se non darà segni di sofferenza, si sarà abituata al nuovo habitat e sarà ora di iniziare a nutrirla. In commercio
esistono diversi tipi di fertilizzanti per idrocoltura e tutti in grado di fornire alla pianta tutti gli elementi necessari alla sua giusta nutrizione ma
i migliori sono forse quelli costituiti da resine a scambio ionico (per esempio il Lewatit HD5 della Bayer) in quanto consentono alla pianta di
trarre la giusta quantità di nutrimento anche in caso di sovradosaggio, rimangono attivi per 4-6 mesi e inoltre non richiedono di cambiare
completamente l’acqua ogni volta che vengono usati.
Dopo la prima fertilizzazione si lascerà che l’acqua contenuta nell’idrovaso si consumi fino a raggiungere il livello di minimo quindi si
rabboccherà e si manterrà al livello medio e soltanto in caso di prolungata assenza il livello dell’acqua si porterà al massimo.
Le piante da interno più comunemente coltivate in idrocoltura sono: i Potos, i Philodendri, i Ficus, le Dracaene, le Yucca, la Dieffembachia,
ecc. si prestano comunque abbastanza bene tutte le piante di origine tropicale, ma non esiste limite al tipo di pianta che si può adattare alla idrocoltura, anche le piante grasse!
Negli Stati Uniti è in crescita il mercato dei supporti per ortaggi in idrocoltura, anche per la semplice lattuga.
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