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La maggior parte dei bonsai, o per meglio dire pre-bonsai, arriva dai paesi d'origine (Cina, Thailandia, Corea, ecc.) viaggiando via mare e quindi, oltre ad essere prodotti in quantità industriale e con sistemi non proprio ortodossi, sono confezionati in modo da affrontare il lungo viaggio nel buio di una stiva senza bisogno di essere annaffiati o curati. Una volta giunti a destinazione devono poter resistere a soste forzate nei magazzini doganali, a trasporti in camions traballanti, a mani di facchini spesso scarsamente sensibili e ad affrontare le varie peripezie dei venditori ambulanti.
Il metodo usato dai produttori per far arrivare le piante, quasi indenni dai paesi di destinazione
è quello di rinchiuderne le radici in un pane di argilla intriso d'acqua e in grado di trattenerla a lungo;
inoltre, compressa nel vaso, l'argilla asciugando si compatta e riesce ad imprigionare le radici assicurando la
stabilità della pianta nel contenitore.
Certamente adatta al viaggio in nave, l'argilla non può essere considerata ugualmente idonea ad una lunga
sopravvivenza della pianta in quanto non permette, con la sua compattezza, il ricambio di ossigeno nel terreno,
l'annaffiatura deve avvenire sempre per immersione del vaso (infatti annaffiando dall'alto l'acqua scivola via
senza penetrare nel terreno) e tale sitema causa il dilavamento del substrato impoverendolo velocemente), una volta
intrisa d'acqua l'argilla asciuga molto lentamente esponendo le radici della pianta al rischio di marciume.
Per sperare che il nostro bonsai sopravviva la prima cosa da fare è certamente sostituire il substrato argilloso con uno più adatto (vedi il Rinvaso), operazione questa che crea sicuramente timore ma che è indispensabile effettuare se non vogliamo veder deperire e morire il bonsai nel giro di poche settimane.
Passati i primi tempi di ambientamento, passiamo ora alle cure periodiche: perché il bonsai
sia sempre proporzionato ed equilibrato è assolutamente indispensabile intervenire in determinati momenti
del suo accrescimento.
Le operazioni da effettuare regolarmente sono le seguenti:
Solo seguendo queste indicazioni il vostro bonsai avrà lunga vita e vi regalerà gioia e soddisfazione per aver creato un'opera meravigliosa.
L'acqua è un elemento nutritivo indispensabile alla vita: ma si deve dosare
accuratamente, evitando i ristagni. Infatti, qualsiasi pianta in vaso (ed in particolare i bonsai) sopporta più
facilmente una carenza di acqua piuttosto che un eccesso. Troppa acqua fa marcire le radici, che non alimentano
più l'albero, portandolo ben presto a seccare e a morire.
La migliore acqua per le piante è quella piovana, ma in mancanza di un metodo pratico per la sua raccolta
va benissimo anche quella del rubinetto. Evitate assolutamente l'acqua minerale o addirittura quella distillata,
priva di ogni sale minerale.
La quantità di acqua da dare al bonsai varia molto in base alla temperatura ambientale, alle dimensioni
del vaso, alle condizioni di salute della pianta, al sole e al vento che riceve. Come indicazione generale, ricordatevi
che tra due innaffiature almeno la terra di superficie del vaso deve essere asciutta.
In estate è importante non bagnare mai nelle ore più calde del pomeriggio ma è meglio attendere
la sera. In inverno invece è meglio annaffiare al mattino, ma mai se c'è il rischio di gelate.
Non lasciate mai un sottovaso pieno di acqua: ciò favorisce il ristagno e il marcire delle radici. Inclinate
il vaso su un lato e l'acqua in eccesso colerà via.
La nebulizzazione si effettua con un comune spruzzatore. E' una operazione che non sostituisce
l'annaffiatura, ma la completa.
Il getto nebulizzato dello spruzzatore rinfresca l'albero e lo libera dalla polvere, inoltre le goccioline che
cadono intorno alla pianta, evaporando, ricreano una certa umidità ambientale.
Soprattutto d'estate, è bene portare la pianta da nebulizzare all'ombra, perché il calore del sole,
concentrato dalle goccioline di acqua, può bruciare le foglie.
I bonsai da appartamento, quasi sempre sono specie di origine tropicale, sopportano una nebulizzazione quotidiana,
proprio perché ristabilisce il grado di umidità del loro ambiente naturale.
Nel caso che il bonsai abbia i fiori, è necessario prestare attenzione a non bagnarli perché appassirebbero
più velocemente: limitatevi a spruzzare solo le foglie o anche solo il tronco.
Ogni bonsai vive in un piccolo vaso ed ha a disposizione ben poco terreno. Per
questo è necessario rinnovare con il concime tutti gli elementi nutritivi che la pianta assorbe per vivere.
Il concime più indicato per i bonsai è quello organico a lenta cessione, che non danneggia la pianta.
Quello più pratico è il concime liquido, che si diluisce nell'acqua delle annaffiature, ma in alternativa
si può utilizzare anche quello in granuli o in polvere.
Una regola molto importante è quella di non concimare mai in inverno, in luglio ed
in agosto, su alberi in cattivo stato di salute o su alberi rinvasati da poco.
Si inizia a concimare di solito all'inizio della primavera, quando le gemme si sono aperte, fino alla metà
di ottobre, interrompendo nei mesi estivi, come detto sopra.
Anche per il concime vale lo stesso discorso fatto per l'acqua: è meglio una carenza, piuttosto che
un eccesso. Troppo concime brucia l'apparato radicale e la pianta muore.
La legatura è importante ed indispensabile solo quando si vuole dare una forma particolare
al bonsai. Consiste nell'avvolgere il tronco e i rami con del filo di rame (o di ottone) che permette loro di crescere
con una determinata curvatura.
Il filo deve essere avvolto alla pianta dal basso verso l'alto, con un movimento a spirale, facendo attenzione
a non intrappolare aghi o foglie tra il filo e il tronco.
Attenzione anche a non stringere troppo, per non bloccare la circolazione della linfa.
Quando tutto l'albero è stato legato, si procede a piegare i rami fino a ottenere la posizione desiderata.
Naturalmente questa è una operazione da eseguire con infinita delicatezza, per non danneggiare o spezzare
il legno.
Il momento migliore per la legatura varia secondo la specie:
le conifere si legano in inverno (lasciando il filo per 8-10 mesi)
le caducifoglie si legano in primavera (lasciando il filo per 4-6 mesi)
i fruttiferi si legano all'inizio dell'estate (lasciando il filo per 3-4 mesi)
i bonsai da appartamento si legano quando i germogli si sono aperti e sviluppati bene e si lasciano legati per
1 mese al massimo, perché la corteccia è molto delicata.
La legatura si può ripetere tutti gli anni, fino a quando si sarà ottenuta la forma desiderata.
Forse la potatura è l'operazione più importante per educare una pianta a bonsai.
Consiste nell'eliminare germogli o rami, per permettere all'albero di conservare una determinata forma. Quindi
è una operazione da effettuare più volte, soprattutto nel momento vegetativo della pianta. I momenti
migliori vanno dalla primavera all'autunno.
Poiché la naturale circolazione della linfa è verso l'alto, sono sempre i rami terminali che crescono
di più e più in fretta. E' quindi opportuno, una volta all'anno o anche più spesso se ce n'è
bisogno, spuntare decisamente ogni ramo dell'albero, riducendone tutte le proporzioni. Se ci sono rami inutili,
troppo grossi o antiestetici, devono essere eliminati completamente. La circolazione della linfa migliorerà
e si eviterà che il bonsai cresca in altezza.
Se siete già un po' esperti ecco un APPROFONDIMENTO.
La defogliazione si pratica all'inizio dell'estate, ma non su piante rinvasate nello stesso anno
o su quelle che appaiono deboli o stentate. Il bonsai da defogliare deve godere di ottima salute ed essere in forze,
perché lo si costringe ad una seconda primavera e ciò gli costa molta fatica.
Con delle buone forbici, ben affilate, si eliminano tutte le foglie. A lavoro terminato si riporrà il bonsai
al riparo dal sole e dal vento e dopo poco tempo nasceranno nuove foglie, più piccole e più numerose
delle precedenti. In sostanza, malgrado sia una forzatura, vale la pena di effettuare la defogliazione, proprio
perché permette di ottenere un bonsai dalla chioma compatta, con foglie fitte e piccole. Ma si raccomanda
ancora di operare solo su soggetti in ottima salute.
Chiunque sa in cosa consiste il rinvaso: è l'operazione con la quale si rinnova completamente
il terriccio di una pianta e si sostituisce il vaso con uno sempre un po' più grande. Parlando di bonsai,
il rinvaso è indispensabile, perché vivendo in un vaso di piccole dimensioni il nutrimento si esaurisce
presto, anche nonostante le concimazioni.
Anche questa è una operazione delicata e non deve essere effettutata ogni anno.
La giusta frequenza è la seguente:
ogni 3-5 anni per le conifere
ogni 2-3 anni per le caducifoglie
ogni 1-2 anni per i fruttiferi
ogni 2 anni per i bonsai da appartamento
In ogni caso, più il bonsai è vecchio e meno rinvasi richiede.
Per togliere il bonsai dal suo vecchio vaso è necessario attendere che la terra sia ben asciutta, dopodiché
si potrà estrarre facilmente. Con delicatezza, liberare le radici, sgretolando il pane di terra.
Avendo messo a nudo l'apparato radicale si approfitta sempre per ripulirlo, eliminando le radichette laterali e
tagliando tutte le radici per un buon terzo della loro lunghezza. Durante questo taglio, fate attenzione a non
danneggiare le radici principali.
Il nuovo vaso sarà di dimensioni un po' superiori al precedente. Dopo aver coperto il foro di drenaggio
con una reticella di plastica e poi con della ghiaia, ricoprire il fondo del vaso con uno strato di terra. Ecco
quale tipo di terriccio dovete impiegare:
per le conifere: 1/3
di terra di giardino
1/3
di terra vegetale
1/3
di sabbia di fiume
per le caducifoglie: 1/2
di terra vegetale
1/2
di sabbia di fiume
per i fruttiferi: 1/2
di terra vegetale
1/2
di sabbia di fiume
per i bonsai da appartamento: 1/4 di terra di giardino
1/4
di terra di brughiera
1/4
di terra di sabbia di fiume
1/4
di terra vegetale
Collocare il bonsai sulla terra, distendendo bene le radici, senza farle accavallare e ricoprire tutto con altro
terriccio. Pressare bene e annaffiare bene con acqua a pioggia molto fine. Il bonsai per circa 6 settimane rimane
in una fase delicata e deve essere protetto dalla luce diretta del sole e da improvvise gelate notturne, non impossibili
anche in primavera.
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