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Manutenzione
Il ritmo vitale della maggior parte delle piante, che consiste nello svolgere
le normali attività di crescita durante le ore del giorno e nutrirsi
e riposare di notte, è periodicamente interrotto da un intervallo
di riposo chiamato quiescenza, simile al letargo degli animali. L’attività
della pianta rallenta al punto da rendere impercettibile la crescita; non
vi è infatti produzione alcuna di germogli, foglie o fiori.
L’ipotesi che sia il freddo a provocare la quiescenza è errata.
Nelle regioni settentrionali la crescita dei rami, di alberi e arbusti,
diminuisce sensibilmente in autunno, prima che la temperatura arrivi a
4-5 °C (temperatura a cui l’attività fisiologica di molte piante
si arresta). Sui ramoscelli appaiono inoltre dei rigonfiamenti, segno che
la pianta sta immagazzinando gli amidi essenziali alla futura crescita
primaverile.
Attualmente si pensa che la quiescenza sia provocata da un cambiamento
nella qualità della luce o dall’accorciarsi delle giornate. Con
il giungere dell’autunno si accumula negli alberi, negli arbusti e in altre
piante legnose una sostanza chimica che ha il potere di diminuirne l’attività
fisiologica, durante l’inverno questa sostanza chimica viene gradualmente
demolita e non ne rimane più traccia in primavera, quando inizia
la ripresa vegetativa.
Le piante entrano generalmente in un periodo di quiescenza subito dopo
la fioritura. Segni caratteristici dell’inizio di questa fase sono il rallentamento
o il completo arresto della crescita, un leggero scolorimento e la conseguente
caduta del fogliame.
La durata della quiescenza varia a seconda della specie. Alcune piante fioriscono durante
tutto l’anno se collocate in ambiente adatto. Altre hanno un periodo di
quiescenza di poche settimane. Il geranio rallenta pochissimo la propria
attività e solo per periodi brevi. Altre piante ancora passano sei
mesi o più in questa fase.
Una pianta in quiescenza ha bisogno di pochissima luce. Non dovrebbe essere
concimata e dovrebbe essere annaffiata molto poco. Non rinvasate mai una
pianta durante questo periodo; una simile operazione disturberebbe inutilmente
L’apparato radicale.
La quiescenza è una fase naturale del ciclo vitale delle piante
e come tale deve essere assecondata con particolari tecniche colturali.
Molte piante vengono buttate o curate contro ogni genere di malattia e
disturbo, quando invece si stanno concedendo, semplicemente, un periodo
di sosta. La quiescenza è un chiaro sintomo di buona salute e non
vi è alcun motivo per ostacolarla. Occorre sapere attendere anche
se la pianta non ha un aspetto rigoglioso.
Cure periodiche
Chi possiede molte piante da appartamento dovrà dedicare
almeno un'ora la settimana alla loro cura:
Per le piante più grandi e robuste si può invece usare la doccia. Coprite la parte superiore del vaso con un foglio di carta di alluminio, in modo che l’acqua non penetri nel terriccio, e mettete la pianta nella vasca o nella cabina della doccia, quindi lavatela con un debole getto di acqua tiepida.
Potatura
La potatura consiste nell’asportare una parte dei rami per eliminare
la vegetazione indesiderata o superflua. Questa operazione facilita la
crescita delle piante a portamento cespuglioso e, se ben fatta, ne migliora
l’aspetto e le attitudini produttive. I1 fogliame lasciato crescere liberamente
finisce per cadere; assume un colore scuro, avvizzisce e i rami cominciano
ad aggrovigliarsi. Questo aspetto trascurato non solo è sgradevole
da vedersi, ma può anche essere nocivo per la pianta.
Le piante che crescono a corona, come la violetta africana, e quelle le
cui foglie partono direttamente dal terreno o le piante cespitose non devono
essere potate. Le piante grasse presenteranno delle cicatrici nei punti
in cui sono state potate. Le piante a fusto unico, come la palma e la dracena,
restano per lungo tempo deturpate se vengono potate.
Cimatura
La cimatura è un metodo di potatura che consiste nell’asportare
le parti terminali dei getti, si esegue per stimolare una vegetazione compatta
e cespugliosa. Serve a frenare la crescita dei getti robusti e a provocare
quella di germogli che sarebbero rimasti altrimenti quiescenti. Favorisce
la fio ritura regolando contemporaneamente l’altezza della pianta.
I1 termine va inteso alla lettera, con il pollice e l’indice staccate le
cime dei germogli al di sopra del nodo, in corrispondenza del punto di
inserzione della foglia. Una simile potatura rafforzerà le ramificazioni
sottostanti al taglio, va evitata nel caso di piante grasse giacché
il fusto diverrebbe legnoso. Nei filodendri, nei Coleus, nelle begonie,
nei gerani e nella maggior parte delle piante semilegnose la cimatura avrà
un effetto benefico sia per la crescita che per l’aspetto generale della
pianta.
Sbocciolatura
La sbocciolatura è un metodo usato per prevenire una fioritura
ritenuta prematura. Levando tutti quei boccioli che crescono sotto la gemma
terminale si ottiene una produzione di fiori con forme più regolari.
Foggiatura
La foggiatura è un metodo utilizzato congiuntamente alla
potatura e alla cimatura per far sì che la pianta assuma la forma
desiderata. Consiste nel fissare i getti della pianta a dei sostegni, detti
tutori, mediante lacci o appositi anelli. Si possono improvvisare simili
sostegni con delle grucce di metallo o qualsiasi altro materiale a vostra
disposizione. È bene adoperare questi sostegni quando la pianta è
ancora giovane.
Resezione delle radici
Per evitare di rinvasare una pianta cresciuta eccessivamente, tagliate
leggermente le radici, in modo che non fuoriescano dal terriccio danneggiando
così la pianta. Questa operazione dovrebbe essere effettuata in
primavera quando inizia la ripresa vegetativa. In questo periodo infatti,
la pianta supera eventuali traumi con più facilità.
Appoggiate una mano sopra la superficie del vaso e rovesciatelo, battetelo
quindi con un colpo secco contro una superficie dura: la zolla si staccherà
di netto dal vaso. Prima di estrarre la zolla è bene assicurarsi
che la terra sia umida; un terriccio troppo secco, infatti, tenderà
a distaccarsi dall’apparato radicale rendendo più difficile la
sua resezione.
Appoggiate la zolla su un foglio di giornale steso su un tavolo o su un'altra
superficie rigida, con un coltello affilato e precedentemente sterilizzato,
riducete il volume della zolla contenente le radici in modo da lasciare
uno spazio di circa 3 cm fra la massa radicale e le pareti del vaso.
Fate molta attenzione a non intaccare in alcun modo il centro della zolla,
la pianta si nmetterà così rapidamente. Foggiate la zolla
in modo che corrisponda alla forma del vaso, ovvero più larga nella
parte superiore e più stretta in quella inferiore.
Asportate la parte terminale dei getti della pianta le cui radici sono
state appena recise, questa operazione, facendo diminuire la perdita d'acqua
dovuta alla traspirazione fogliare, permetterà alle radici di riprendersi
rapidamente.
Le piante di piccole dimensioni, dopo essere state rinvasate, dovranno
essere coperte con un sacchetto di plastica e lasciate in ambiente ombroso
per circa due settimane. Il sacchetto aumenterà la temperatura e
il grado di umidità e contribuirà a mantenere il fogliame
in condizioni ottimali. Quando la pianta darà chiari segni di ripresa,
togliete il sacchetto e ricollocate la pianta nell’ambiente usuale.
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