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Una pianta deve essere annaffiata esclusivamente quando ne ha
bisogno. Le necessità d'irrigazione variano da pianta a pianta:
alcune preferiscono un terriccio alquanto secco, altre costantemente umido
e altre ancora possono restare per settimane senza essere annaffiate. Non
si tratta solo di decidere se somministrare o no una certa quantità
d'acqua a un dato punto della giornata, la frequenza, infatti, con cui
annaffiare non dipende esclusivamente dal tipo di pianta, ma intervengono
altri fattori che è necessario prendere in considerazione, come
le condizioni atmosferiche esterne, la temperatura dell’aria, la ventilazione
e il tipo di vaso in cui la pianta è coltivata. Questi fattori variano
da un'abitazione all’altra e la quantità d'acqua necessaria sarà
di conseguenza diversa, è quindi essenziale osservare ogni giorno
la pianta per decidere se annaffiarla o meno.
In generale è buona regola lasciare che la terra si asciughi un
po' prima di annaffiare nuovamente, infatti le particelle di terriccio
essiccando si contraggono consentendo così L’accesso dell’ossigeno
che può in tal modo aerare il terriccio e soprattutto le radici
e i peli radicali. I peli radicali, situati all’estremità delle
radici, assorbono il nutrimento e l’umidità necessari per la crescita
della pianta. Essi hanno bisogno del L’ossigeno per svilupparsi e per svolgere
le loro funzioni. Per ottenere una crescita ottimale della pianta, i peli
radicali devono essere attivi. Un terreno leggermente secco stimola L’attività
dei peli radicali che si spingono in tutte le direzioni alia ricerca di
umidità, se il terreno è costantemente bagnato, i peli radicali
privati di ossigeno non potranno funzionare e la pianta finirà per
morire.
Per saggiare l’umidità e per potere stabilire se una pianta deve
essere annaffiata, infilate un dito per 15 mm circa nel terriccio; è
così possibile sentire se è secco o umido. Guardate inoltre
il colore della terra che se asciutta sarà più chiara.
Se il vaso è di terracotta, sarà sufficiente osservarne il
colore per stabilire se una pianta è stata annaffiata eccessivamente;
in questo caso, infatti, il vaso sarà più scuro e viscido
al tatto. Se una pianta non gode di buona salute e il suo stato è
da attribuire a un eccesso di irrigazione, la cosa migliore è esaminarne
attentamente le radici per constatarne lo stato. La zolla estratta dal
vaso deve essere solida e non deve sgretolarsi, le radici devono essere
bianche; se sono di consistenza cedevole, di colore brunastro ed emanano
un odore acre, significa che la pianta è affetta da marciume radicale
e non può essere curata.
Una pianta può tuttavia dar segni di sofferenza per un eccesso d'acqua,
senza per questo essere così gravemente malata. I1 sistema di drenaggio
potrebbe essere bloccato da particelle di terriccio infiltratesi negli
spazi fra i sassolini o intorno allo stesso foro, ostruendo la fuoriuscita
dell’acqua in eccesso. Per controllare il buon funzionamento del drenaggio,
infilate un bastoncino nel foro, se non incontrate resistenza, significa
che il sistema di drenaggio è bloccato; in questo caso non resta
altro da fare che rinvasare la pianta.
Se una pianta ha subito un periodo di carenza d'acqua ed è indebolita
e appassita, il modo migliore per farla riprendere è immergere il
vaso per un'ora in una pentola di acqua a temperatura ambiente, piuttosto
che bagnarla dall’alto; in questo modo potrà assorbire una nuova
riserva d'acqua che passerà direttamente alle radici.
La traspirazione, processo di eliminazione dell’acqua superflua sotto forma
di vapore e L’interazione tra le radici e la vegetazione terminale, sono
attività che la pianta svolge principalmente durante le ore di luce.
Di conseguenza, in questo periodo del giorno la pianta ha bisogno di una
maggiore quantità d'acqua; per questo è bene annaffiarla
la mattina, quando la temperatura tende a salire, in modo che verso sera,
quando scende, il terreno incominci già ad asciugarsi. Naturalmente,
se una pianta ha bisogno di acqua non è detto che non la si possa
annaffiare la sera.
Le piante che vivono nel loro habitat naturale, sono annaffiate dall’alto,
l’acqua penetra nel terreno dalla superficie e scende verso le radici,
dalle quali viene assorbita. Utilizzate lo stesso criterio per le piante
d'appartamento, annaffiate abbondantemente ogni pianta dall’alto con dell’acqua
a temperatura ambiente, di più facile assorbimento rispetto all’acqua
fredda, con la quale si corre anche il rischio di traumatizzare le radici
e provocare l’appassimento della pianta. Quando l’acqua fuoriesce dal foro
di drenaggio nel sottovaso, vuol dire che il terriccio ne ha assorbito
una quantità sufficiente. Non lasciate la pianta con il sottovaso
colmo d'acqua per più di un'ora.
Se l’acqua scorre attraverso il terriccio molto rapidamente, può
significare che la zolla è diventata troppo asciutta e contraendosi
ha lasciato degli spazi liberi; il terriccio quindi non r8esce a trattenere
L’acqua, che scorre attraverso il vaso senza lasciare il tempo alle radici
di assorbirla. Per ovviare a questo inconveniente, immergete la pianta
con il vaso in un lavandino abbastanza profondo (o in un secchio) colmo
d'acqua, il cui livello dovrebbe superare di 5 cm quello della terra; nel
far questa operazione noterete delle bolle d'aria fuoriuscire dal terriccio.
Lasciate la pianta nell’acqua finché non si formeranno più
bolle, toglietela dal recipiente e lasciate che l’acqua defluisca dal vaso.
Se si tratta di un terriccio molto secco, simile alla torba, la pianta
dovrà rimanere immersa per una mezz'ora almeno per consentire L’assorbimento
dell’umidità necessaria.
Nonostante i vasi di terracotta siano degli ottimi contenitori per le piante
da interno, tendono tuttavia a favorire un rapido essiccamento della terra.
Per rallentare questo processo, sistemate il vaso di terracotta in un contenitore
più grande riempiendo lo spazio fra i due vasi con sfagno, torba,
vermiculite o perlite. Se il contenitore utilizzato è di plastica
o di vetro il processo di evaporazione sarà ancora più lento.
Per favorire il drenaggio dei contenitori sprovvisti dell’apposito foro,
riempitene il fondo con uno strato di sassolini o ciottoli di 5 cm circa.
La cosiddetta acqua dura contiene grandi quantità di calcio e di
magnesio, non deve essere trattata con un addolcitore perché il
calcio, di per sé non è nocivo per le piante, una volta trattato
invece si trasforma in sodio, che è una sostanza tossica. Si consiglia
quindi di utilizzare acqua che non sia stata addolcita chimicamente.
Generalmente è preferibile lasciare riposare l’acqua nell’annaffiatoio
per qualche minuto, prima di annaffiare; il cloro presente evaporerà
al contatto con l’aria. Se abitate in una zona dove l’acqua è fortemente
clorata, prima di annaffiare, lasciatela riposare per una notte affinché
il cloro si dissolva completamente.
Irrigazione
delle piante durante le vacanze
Due giorni prima di partire annaffiate le piante abbondantemente
e collocatele in un luogo meno illuminato. I1 giorno successivo coprite
ogni pianta con un sacchetto di plastica, con dei bastoncini o dei pezzi
di ferro fissate la plastica in modo che non tocchi le foglie. Per le piante
che necessitano di molta umidità fissate saldamente il sacchetto
sotto il vaso. L’ideale sarebbe che la temperatura ambientale si mantenesse
intorno ai 18 °C per tutto il periodo della vostra assenza.
Le precauzioni appena descritte dovrebbero assicurare alle piante un'umidità
sufficiente per un periodo di due settimane. Probabilmente alcune piante
non reagiranno positivamente a questa umidità supplementare, ma
vale comunque la pena di tentare.
Un altro metodo consiste nel collocare alcuni mattoni nella vasca da bagno
e poggiarvi sopra le piante riempiendo poi la vasca con 20 mm d'acqua.
In queste condizioni le piante non dovrebbero soffrire per almeno due settimane.
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