Descrizione: ha un fusto eretto di colore rossastro, ramificato. Le fogli sono grandi e astate. Quelle basali sono dotate di un lungo picciolo, mentre le superiori sono sessili. I fiori compongono delle pannocchie di colore verde rossastro. La fioritura inizia a fine primavera e dura tutta l'estate. La pianta può raggiungere il metro d'altezza.

Habitat: frequente nei luoghi erbosi dove si qualifica come infestante, è diffusa dalla pianura alla montagna. Si trova spesso in Italia.

Raccolta: la pianta va colta in maggio-giugno prima della piena fioritura. Si utilizzano la parte aerea, le foglie e i fusti teneri, le radici.

Avvertenze: proibita a quanti soffrono di calcoli, artrite, gotta, reumatismi e iperacidità. In caso di elevata ingestione di foglie crude sono stati riscontrati avvelenamenti con lesioni renali in bambini. Incompatibilità con le acque minerali e con i contenitori in rame.

Caratteristiche: Il suo gusto asprigno esalta il sapore dei contorni, in particolare degli spinaci e delle verdure cotte; l'acetosa deve però essere usata con cautela.
Le foglie della pianta possono essere consumate fresche nelle insalate in piccole quantità in primavera come blando depurativo.
La pianta contiene vitamina C, ossalato di potassio e acido ossalico, ferro.
Essa viene usata anche per curare malattie cutanee, quali l'acne, le pelli grasse e le punture degli insetti. La pianta possiede discrete proprietà emmenegoghe, diuretiche e stomachiche.

Curiosità: il suo contenuto di ferro e vitamina C, accompagnate al gradevole sapore, rendono gradita l'acetosa nella confezione di verdure primaverili e di minestre rinfrescanti. La pianta dell'acetosa è perenne e assai forte, per cui se ne possono raccogliere le foglie in qualsiasi periodo dell'anno, anche radendo la piantina in quanto la radice ne emetterà di nuove. La varietà hortensis che è quella che generalmente si coltiva, contiene meno ossalati di quella spontanea.


Descrizione: è una pianticella dotata di rizoma da cui vengono emesse delle foglioline trilobate munite di lungo picciolo che ricordano il trifoglio. I fiori sono formati da cinque petali dal colore bianco rosato con striature più o meno intense. La fioritura avviene in primavera. La pianta raggiunge un'altezza di 15 cm.

Habitat: ama i luoghi ombrosi e si rinviene allo stato spontaneo sia in pianura che in montagna nei boschi umidi di conifere e latifoglie. Per la vivacità dei suoi fiori è ospite frequente di giardini e macchie ombrose. E' particolarmente diffusa nell'Italia centro-settentrionale.

Raccolta: si utilzza la pianta fresca raccogliendone le radici e le foglie ancora tenere. La pianta essiccata perde le sue proprietà.

Avvertenze: controindicata per quanti soffrono di disturbi e malattie renali, litiasi e gotta. Rispettare scrupolosamente le dosi. Se ingerità in grandi quantità può causare, lesioni renali, intossicazione e anche morte.

Caratteristiche: Il sapore acidulo le ha meritato il nome di acetosella.
L'acido ossalico e gli ossalati contenuti nella pianta possono possono arrecare danni gravi in caso forti ingestioni.
L'acetosella ha proprietà salutari simili all'acetosa, per cui trova impiego nella preparazione di insalate primaverili rinfrescanti, nella cura di dermatosi e ascessi, nel caso di piccole ulcere dell'apparato orale e, ancora, come decongestionante e febbrifugo.
Il suo contenuto di vitamina C la classifica come pianta antiscorbutica.

Curiosità: L'acetosella arricchisce verdure e minestre rinfrescanti di stagione. Un tempo se ne estraeva l'acido ossalico per vari usi: pulizia di oggetti in cuoio, scoloritura di macchie di inchiostro.
In prossimità di temporali le foglie dell'acetosella si rialzano preannunciando l'intemperia.


Descrizione: possiede un fusto slanciato e resistente. Le foglie sono finemente pennate, lunghe, assai frastagliate in segmenti lineari acuti.
I capolini fiorali, di colore bianco e rosato, sono piccoli e riuniti in vistosi corimbi. Lafioritura avviene in primavera-estate. La pianta è alta 50-60 cm.

Habitat: l'achillea ha sovente carattere infestante. E' diffusa dalla pianura monte alla montagna, nei prati, lungo i sentieri, negli incolti. In Italia si rinviene assai frequentemente.

Raccolta: si utilizza no le sommità fiorite che vengono fatte essiccare in luogo ombroso dopo averle legate in mazzetti lenti e appesi. La raccolta avviene in estate durante la fioritura.

Avvertenze: evitare di esporre ai raggi solari la pelle bagnata dal succo della pianta

Caratteristiche: l'achillea è facilmente riconoscibile per i caratteristici capolini bianchi o rosacei.
Possiede diverse proprietà salutari. Essa trova impiego nei disturbi genitali feminili (mestruazioni irregolari, ansia da menopausa), nei disturbi digestivi, nei casi perdite sanguigne causate da emorroidi e ferite, nei problemi di circolazione.

Curiosità: l'achillea ha un sapore amarognolo poco gradito in cucina. Più successo ha nella preparazione di impacchi di bellezza, se ne fanno impacchi per eliminare punti neri ed eccessi sebacei della pelle.
Secondo la tradizione le proprietà cicatrizzanti della pianta sono state scoperte da Achille, egli la utilizzava per curare le ferite riportate in battaglia.


Descrizione: la pianta ha un bulbo ricoperto da tuniche, nel cui interno stanno numerosi bulbilli a forma di spicchi. Il fusto porta fino a metà delle larghe foglie lineari appuntite, a margine ruvido, e nella parte terminale reca un'ombrella fiorale avvolta in una brattea che la chiude a guisa di cappuccio. I fiori sono di colore biancastro. La pianta è alta 80 cm.

Habitat: originario dell'Asia centrale, l'aglio oggi è intensamente coltivato in tutta Italia.

Raccolta: la sua raccolta andrebbe fatta in prossimità della notte di S. Giovanni, il 24 giugno, col favore della luna calante. Per solito si utilizzano i bulbi. Per favorire l'ingrossamento dei bulbi si usa torcere il fusto delle piante a giugno. Dopo la raccolta i bulbi si asciugano al sole e si conservano legati in trecce o mazzi in locali asciutti.

Avvertenze: controindicato per quanti soffrono di pressione bassa, ai malati di fegato, ai sofferenti di dirmatosi squamose, alle nutrici, nei sintomi congestivi polmonari, per quanti soffrono di irritazioni allo stomaco e all'intestino.

Caratteristiche: L'aglio vanta un gran numero di proprietà salutari, alimentari e aromatiche che lo pongono tra le piante indispensabili. Oltre a oligoelementi e sali minerali, il bulbo contiene vitamina C, B1, B2, PP e C.
L'aglio risulta efficace per combattere dolori reumatici, catarri bronchiali, bronchiti fetide, vermi intestinali, febbri.
Venerato dalla medicina popolare l'aglio è stato anche usato come ultima difesa contro epidemie gravissime come il colera.

Curiosità: sulle applicazioni alimentari dell'aglio sono stati scritti moltissimi libri. Un proverbio noto nel Veneto afferma: "se te vol un bon ajaro, pianta l'ajo de genaro". E' gennaio il mese più indicato per piantare l'aglio in Italia settentrionale.


Descrizione: pianta eretta con fusto ramificato solo nella parte finale, ricoperto di peluria sul quale sono disposte in modo alternato le foglie imparipennate composte da foglioline ovali con margine dentellato. Ha fiori gialli riuniti in pannocchie semplici. La fioritura avviene in estate. La pianta raggiunge i 70 cm di altezza.

Habitat: predilige i terreni soleggiati. Cresce spontanea lungo i sentieri, presso le macerie, sui cigli delle strade, nei luoghi solatii, dalla pianura fino all'alta collina. In Italia è abbastanza diffusa.

Raccolta: si utilizzano le foglie e le sommità fiorite. La raccolta si effettua a fioritura appena inziata iniziata. La pianta va fatta essiccare in luogo ventilato all'ombra.

Avvertenze: nessuna in particolare

Caratteristiche: l'agrimonia contiene in particolare tannini e un olio essenziale.
Ricca di proprietà salutari la pianta viene impiegata per curare i disturbi di fegato, l'insufficienza epatica, le infiammazioni del cavo faringeo e della bocca, le malattie dei reni e delle vie urinarie, il diabete i reumatismi e l'artrite.

Curiosità: se in campo alimentare l'agrimonia non trova applicazioni degne di nota, il suo tè , preparato secondo i canoni tradizionali, è una lieta sorpresa per il palato.
Le qualità medicamentos dell'agrimonia erano note fin dai tempi di Plinio il Veccchio che la consigliave nella cura delle malattie del fegato, questa prerogativa è stata confermata anche dalla scienza.


Descrizione: ha fusto eretto, angoloso. Le foglie sono picciolate, alterne, di forma ovale, appuntite all'estremità, con margine variabile. I fiori di colore bianco-verdastro sono peduncolati, pendenti all'ascella fogliare. La fioritura avviene dalla primavera all'estate. Il frutto è una bacca sferica carnosa rossa-aranciata di color vivo, rivestita da un caratteristico involucro membranoso, simile ad una vescica reticolata. La pianta può raggiungere i 6 cm di altezza.

Habitat: l'alchechengi è abbastanza diffuso nell'Europa centro-meridionale. Predilige i pendii sassosi, i bordi delle siepi, i boschi, le macchie, dalla pianura fino all'alta collina.

Raccolta: si utilizzano le bacche mature mondate dal calice, fusti e foglie raccolti a fine estate-autunno, essiccate in luogo ombroso e ventilato.

Avvertenze: nessuna in particolare

Caratteristiche: questa pianta attira l'attenzione per la sua forma e colore del suo calice, il quale si gonfia assumendo i contorni di un palloncino di carta cinese, tanto da essere conosciuto con il nome di palloncino.
Le bacche dell'alchechengi hanno un sapore accettabile e sono soprattutto di vitamina C. Un tempo usata dalla medicina popolare oggi è caduta nel dimenticatoio, benché dimostri proprietà terapeutiche non disprezzabili.
In particolare l'alchechengi è un discreto depurativo, diuretico e febbrifugo, apprezzato nei casi di gotta, reumatismi, calcolosi e itterizia.

Curiosità: il contenuto di vitamina C delle bacche è il doppio di quello del limone, hanno un sapore acidulo e possono essere consumate fresche. L'alchechengi viene anche utilizzato a scopi ornamentali, soprattutto nella composizione di giardini ricciosi. E' possibile confezionare un un vino medicinale dalle proprietà diuretiche.


Descrizione: ha un fusto esile ascendente-eretto. Le foglie inferiori sono glabre o leggermente pelose arrotondate, con 7-11 lobi dentati. Le foglie sul fusto sono più ridotte nelle dimensioni. I fiori sono piccoli, di colore giallo-verdognolo e formano corimbi poco appariscenti. La fioritura avviene in primavera estate. La pianta raggiunge i 40 cm di altezza.

Habitat: pianta erbacea molto comune in montagna cresce ai margini dei boschi, nei prati umidi e nelle radure. Frequente nei prati concimati della zona alpina.

Raccolta: si utilizza tutta la pianta essiccata in ambiente areato al riparo dal sole.

Avvertenze:nessuna in particolare

Caratteristiche: le virtù della pianta sono moltepici anche se non sempre pienamente apprezzate. Essa dimostra proprietà astringenti, antidiarroiche ed è utile nei casi arteriosclerosi. L'alchemilla è conosciuta anche con i nomi di erba memoria, erba stella, erba rugiada ed è una pianta ricca di tannini e lipidi.

Curiosità: l'alchemilla non è usata in campo alimentare, mentre in campo estetico trova alcune interessanti applicazioni, il suo decotto dona elasticità alla pelle e combatte le smagliature.


Descrizione: arbusto cespuglioso o alberello sempreverde, presenta delle foglie lanceolate con il bordo leggermente ondulato. La pagina superiore è lucida e di colore verde intenso, mentre quella inferiore è di un verde opaco. I fiori di colore giallognolo, sono raccolti in fascetti ad ombrella all'ascella fogliare. Il frutto è una bacca ovoidale con la forma di piccola oliva, dapprima verde e quindi, a maturazione, nero-bluastro. Contiene un solo seme. La pianta fiorisce in primavera e può raggiungere i 10 metri d'altezza.

Habitat: comune delle zone mediterranee dove nasce spontaneo, si rinviene con frequenza lungo le coste tirreniche, adriatiche e in Sardegna. Al nord si localizza in prossimità dei laghi subalpini. E' pianta ornamentale e quindi frequente nei parchi.

Raccolta: si utilizzano le foglie senza picciolo e i frutti. Le prime si raccolgono tutto l'anno e vanno fatte essiccare al sole. La raccolta dei frutti va fatta in autunno con successiva essiccazione in luogo semiombroso.

Avvertenze: nessuna in particolare

Caratteristiche: l'alloro o Lauro è conosciuto soprattutto come pianta aromatica, ma vanta anche notevoli proprietà salutari.
In particolare aiuta la digestione, combatte i dolori di stomaco e l'inappetenza. Le foglie giovani contengono una maggiore concentrazione di principi attivi. Dai frutti della pianta si estrae un olio essenziale che può essere utilizzato esternamente per frizioni nella cura dei reumatismi, delle distorzioni e delle slogature.

Curiosità: il caratteristico aroma delle foglie dell'alloro da sempre ha profumato piatti e ricette. Utilizzato anche per profumare il corpo.
Albero sacro a Greci e Romani; pianta con cui si consacravano i poeti e gli imperatori, l'alloro era considerato dai Greci l'albero d'Apollo. Il dio si era innamorato di Dafne, figlia del fiume Peneo, senza essere da essa corrisposto. Un giorno, mentre egli la inseguiva, Dafne, per non cadere nelle braccia dell'indesirato corteggiatore, invocò la protezione degli dei che la trasformarono in alloro. Da allora l'albero divenne sacro al dio.


Descrizione: è una bella pianta con fusto cilindrico, diritto e robusto di color verde talvolta sfumato di rosa. Le foglie sono morbide e picciolate, di forma ovale appuntita, irregolarmente dentate, con 3-5 lobi di colore verde-biancastro. I fiori hanno un colore variabile dal bianco al rosa, talvolta con tonalità porporine. La fioritura avviene in estate. La radice è lunga e carnosa di colore giallastro all'interno. La pianta può superare il metro e mezzo d'altezza.

Habitat: ama gli ambienti ricchi di acqua, umidi e paludosi. E' difusa nell'Italia settentrionale e centrale.

Raccolta: si utilizzano in particolare le radici essiccate le quali vanno raccolte in autunno, le foglie fresche o essiccate all'ombra raccolte a fine primavera.

Avvertenze: incompatibile con l'alcool ad alta gradazione, con il tannino e il ferro.

Caratteristiche: l'altea appartiene alla stessa famiglia della malva. Pianta conosciuta fin dall'antichità era molto stimata, tanto che il nome attribuitole significa guarigione. La proprietà principale dell'altea è quella di essere un eccellente emoliente, ma ha anche qualità efficaci nella lotta alle bronchiti, faringiti, stati infiammatori e dissenterie. L'altea ha anche proprietà ricostituenti. La pianta è inoltre ricca di mucillagini e sali minerali.

Curiosità: In medicina popolare l'altea veniva usata come emolliente per frizionare le gengive sensibili in fase di dentizione.
L'altea viene usato anche come idratante per la pelle; in cucina viene usata per preparare, con i suoi fiori e le sue foglie, minestre rinfrescanti.
Tritate 10g di sommità fiorite con un pò di amido di riso e latte acido fino a formare una crema, applicate la crema sulla pelle e lasciatela riposare per mezz'ora.


Descrizione: pianta dotata di radici fittonate, ha un fusto cavo di colore verde chiaro, solcato, piuttosto esile.
I fiori sono di colore giallo riuniti in ombrelle. La fioritura avviene dalla primavera all'estate; le foglie sono tri-tetrapennate con segmenti filiformi, lineari dotate di guaina. La pianta in condizioni ottimali può raggiunger il metro di altezza. I frutti sono formati da due acheni di colore giallo.

Habitat: pianta coltivata fin dai tempi antichi per il suo profumi aromatico che ricorda il finocchio, allo stato spontaneo si trova nei terreni abbandonati, nei prativi, nei terreni asciutti, dalla pianura alla collina.

Raccolta: si utilizzani i frutti detti comunemente semi, ricavati raccogliendo a fine estate le ombrelle e facendole essiccare in luogo ombroso e ventilato.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: l'aneto è soprattutto una pianta aromatica e a questo scopo è stata utilizzata fin dai tempi antichi e tuttora la si coltiva. Il sapore piacevolmente piccante, la differenzia dal finocchio al quale somiglia. Contiene un olio essenziale, l'anetolo, impiegato in farmacia come carminativo e vermifugo.
Per combattere l'aerofagia, il meteorismo e facilitare la digestione si possono consumare i semi spargendoli in moderata quantità sopra le pietanze.
L'aneto possiede la proprietà di aumentare la secrezione lattea nelle donne che devono allattare.

Curiosità: l'aneto viene utilizzato in liquoristica per preparare liquori, e in cucina per aromatizzare salse e carni alla griglia. Gli stessi semi servono anche ad aromatizzare l'aceto.
L'aneto appartiene all afamiglia delle ombrellifere ed è una pianta aromatica originaria dell'India. Esso si caratterizza per il profumo pungente e per le proprietà aromatico-medicinali che sono assai simili a quelle del cumino, del coriandolo, dell'anice e del finocchio.


Descrizione: pianta dal grande portamento, ha fusto glabro, robusto, ramificato, datato di striature rossastre. Le foglioline verdi si presentano più chiare nella pagina inferiore. Sono ovate, larghe, dentate. I fiori sono bianchi o giallo-verdastri in ombrelle spargole alla sommità della pianta. La pianta, una delle ombrellifere nostrane più grandi, può raggiungere il metro e mezzo di altezza.

Habitat: diffusa in Europa nord-orientale, da noi è piuttosto rara e si rinviene lungo i ruscelli, nei luoghi umidi, nelle vallate montane fino a notevole altezza. L'angelica viene coltivata per essere utilizzata in pasticceria e liquoristica.

Raccolta: si utilizza la radice, raccolta nel primo autunno, i frutti estratti dalle ombrelle raccolte in piena estate e fatte essiccare, il fusto raccolto in estate, e le foglie raccolte a primavera quasi ultimata.

Avvertenze: il succo fresco irrita le mucose e la pelle. Da non confondere con ombrellifere velenose. L'olio essenziale se utilizzato in forti dosi è velenoso.

Caratteristiche: questa pianta è spesso coltivata per essere utilizzata in campo liquoristico e dolciario per le sue proprietà aromatiche amare.
Contiene derivati della cumarina, tannino, resine, acidi aromatici, sostanze amare e zuccherine.
Un tempo stimata dagli antichi, oggi la pianta, in campo terapeutico, gode di scarsa considerazione. Le sue proprietà principali restano comunque quelle toniche, digestive, calmanti.

Curiosità: l'angelica conosce un grande impiego in campo dolciario e liquoristico. Soprattutto in quest'ultimo entra in piccole dosi come componente di molti liquori e elisir dal sapore amaro a base di erbe. E' pure utilizzata un piccolissime percentuali per aromatizzare alcuni tabacchi da fiuto.
Benché oggi sia impiegata per confezionare liquori e in pasticceria, in tempi passati le sue proprietà salutari, le avevano meritato il nome di erba degli angeli. La leggenda vuole sia stato lo stesso arcangelo Raffaele a farne conoscere l'uso ai mortali.


Descrizione: pianta dal fusto rotondeggiante e cavo all'interno, ha foglie basali lungamente picciolate di forma arrotondata, dentate e suddivise in lobi. I fiori sono di colore bianco raccolti in ombrelle spargole. La fioritura avviene in piena estate. Il frutto è un achemio. La pianta può raggiungere il metro d'altezza, ma generalmente non supera i 60 cm.

Habitat: coltivato per i suoi frutti aromatici, l'anice si è talmente diffuso nella nostra Penisola da potersi considerare una pianta spontanea.

Raccolta: Si raccolgono con le forbici le ombrelle mature in agosto-settembre nelle prime ore del mattino allorché la rugiada impedisce ai frutti di cadere. Quindi si stendono alla penombra per farle essiccare, a essiccazione avvenuta si battono delicatamente raccogliendo gli achemi.

Avvertenze: l'essenza dell'anice verde in forti dosi è tossica. In particolare modo se è stata esposta all'aria e alla luce.

Curiosità: l'anice verde è una pianta aromatica e come tale viene impiegata. Il suo caratteristico odore è dato dall'anetolo, un olio essenziale in esso contenuto. La pianta vanta anche delle proprietà stomatiche digestive. L'anice verde possiede proprietà galattofore, ossia favorisce la secrezione lattea nelle donne che devono allattare (la nutrice avrà latte abbondante e piacevolmente profumato).

Curiosità: si è già detto che i frutti dell'anice verde servono per preparare liquori. In cucina possono essere sparsi come aromi sopra le vivande per renderle più profumate e facilmente digeribili. Per il buon sapore che l'anice lascia in bocca è anche utilizzato per preparare uu dentifricio casalingo.


Descrizione: pianticella dal fusto rampicante a sezione quadrata dotata di peli uncinanti, ramificato alla base. I fiori sono bianchi poco appariscenti posti all'ascella delle foglie. La pianta può raggiungere il metro e mezzo di altezza.

Habitat: si rinviene in macchie lungo gli argini, nei campi abbandonati, tra le siepi, nei boschi, diffuso dalla pianura alla collina.

Raccolta: si può utilizzare sia la pianta fresca che essiccata. In ogni caso la raccolta va fattta fine primavera e dura tutta l'estate. L'essiccazione deve avvenire rapidamente in luogo asciutto per evitare cattive fermentazioni.

Avvertenze: nessuna in particolare

Caratteristiche: l'aparine possiede proprietà utili per combattere la cattiva circolazione e l'itterizia.

Curiosità: l'aparine non viene impiegata in cucina. In cosmesi l'infuso può essere utilizzato per combattere la foruncolosi. L'aparine è una pianta esile che per mantenersi retta si avvinghia mediante aculei ai fusti dei vegetali più resistenti che le stanno appresso. Nela medicina popolare quest'erba che spesso assume caratteri dell'infestante godeva fama di eccellente diuretico e si usava anche con una certa fede per combattere il cancro. Purtroppo in tal senso non esistono sufficienti riscontri scientifici.


Descrizione: alberello elegante dal portamento talvolta arbustivo, l'arancio ha foglie di color verde intenso, coriacee, ovali, con margine intero o finemente dentato. I fiori sono di colore bianco, piacevolmente profumati, grandi e pr solito ermafroditi. Il frutto è un esperidio di grandi dimensioni di forma sferica o ovoidale, con scorza verde da giovane e di un bel colore aranciato a piena maturità. La pianta può raggiungere i 5 metri d'altezza.

Habitat: originario dell'Asia sud-orientale si è diffuso nell'Italia meridionale dove è intensamente coltivata, soprattutto in Sicilia, la varietà dolce. Questa varietà si coltiva pure lungo le coste tirreniche e in alcune zone lacustri del Nord-Italia.
L'arancio amaro, benché meno apprezzato nel sapore, dimostra proprietà assai simili all'arancio dolce. In campo fitoterapeutico le sue proprietà sono più stimate di quelle dell'arancio dolce.

Raccolta: dell'arancio dolce si utilizzano i frutti maturi mentre dell'arancio amaro si impiegano le foglie, la buccia dei frutti, i fiori raccolti prima dell'apertura.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: l'arancio è pianta talmente nota che talvolta è facile scordare le proprietà salutari che possiede.
Dalla buccia dei frutti si estrae per distillazione un olio essenziale. I suoi frutti sono assai ricchi di vitamina C, A, PP nonché di vitamine del gruppo B.
Il frutto maturo dell'arancio dolce è consigliato a quanti soffrono di scorbuto, avitaminosi e ai convalescenti.
L'arancio è utile ancora nelle disfunzioni epatiche e nella fragilità capillare. Per tutti questi casi si consiglia di consumare due frutti al giorno.
Ai sofferenti di insonnia e nervosismo si consiglia l'infuso di fiori di arancio amaro. Le scorze del frutto preparate aiutano le digestioni difficili.

Curiosità: oltre al vasto impiego in campo alimentare, la pianta si utilizza per estrarre essenze aromatiche. In cosmesi la polpa è un eccellente antirughe, mentre il succo dell'arancio amaro attenua le lentigini.
Ratafià di arancio (liquore da dopo cena): ponete a macerare 50 gr di petali d'arancio amaro in 200 ml di alcool a 95° per una settimana. Filtrate e aggiungete 50 gr di zucchero disciolti a fiamma debole in 400 ml d'acqua unitamente ad altri 150 ml di alcool a 95°. Lasciate riposare un giorno e imbottigliate.


Descrizione: ha un busto erbaceo ramificato di colore bruno rossastro con striature marcate longitudinalmente. Le foglie sono monobipennate di colore verde intenso sulla pagina superiore e argenteo su quella inferiore. I fiori sono di colore giallognolo o marron-rossastri poco evidenti e formano dei capolini raccolti in pannocchie. La fioritura avviene in estate e prosegue fino ai primi di autunno. La pianata raggiunge anche il metro e mezzo d'altezza ed è una delle più grandi composite che popolano il nostro Paese.

Habitat: assai frequente nei luoghi incolti, nelle praterie, infestante nei campi coltivati, è diffusa dalla pianura alla bassa montagna.

Raccolta: in estate si utilizzano le sommità fiorite e le foglie fatte essiccare in luogo ombroso. Conservare al riparo dalla luce.

Avvertenze: pianta tossica. Non somministrare la pianta a donne gravide. Rispettare scrupolosamente le dosi e non abusarne nel consumo. In dosi elevate può causare gravi intossicazioni anche mortali.

Caratteristiche: l'artemisia si riconosce facilmente per il caratteristico odore pungente e il sapore amarognolo. Comunque infestante, si rinviene frequentemente lungo i vecchi muri, i viottoli, i campi incolti. Le sue proprietà medicinali si avvalgono delle sostanze amare in essa contenute che la rendono utile come aromatizzante, digestivo e stimolante dell'appetito.
Proprio come stimolante dell'appetito è conosciuto e usato il vino artemisia.

Curiosità: l'artemisia in cucina non trova impiego. Un tempo si usava porre qualche fogliolina della pianta nella scarpa credendo così di evitare la stanchezza.
L'artemisia è una pianta conosciuta fin dall'antichità, benché sussistano dubbi sull'identità. Alcune popolazioni la utilizzavano bollita per fare dei pediluvi onde sollevare i piedi affaticati da un lungo cammino. In altri tempi e luoghi si usava tenere in casa alcuni rametti di artemisia essiccati per allontanare i cattivi spiriti.


Descrizione: presenta un busto eretto solcato da scalanature. Le foglie bi-tripennate sono di colore verdastro nella pagina superiore e bianco-argentate nella pagina inferiore. I fiori sono gialli, riuniti in piccoli capolini e contenuti in un involucro verde biancastro. La fioritura avviene in estate. La pianta può raggiungere il metro d'altezza.

Habitat: pianta spontanea diffusa dal mare alla montagna, cresce lungo i bordi di strade e sentieri, nei luoghi incolti. Molto frequente in Italia.

Raccolta: si utilizzano le sommità fiorite e le foglie fatte essiccare in luogo ombroso e ventilato.

Avvertenze: si eviti l'uso prolungato di assenzio. L'abuso è causa di gravi disturbi. L'essenza di assenzio è un veleno. L'assenzio è incompatibile con i sali di zinco, piombo, ferro. E' controindicato l'uso ai soggetti biliosi e sanguigni, nelle irritazioni gastro-intestinali, alle donne che allattano, nei soggetti tendenti a congestioni cerebrali.

Caratteristiche: l'alto contenuto di principi amari rende l'assenzio utile a coloro che soffrono di disfunzioni digestive e inappetenza. Come vermifugo l'assenzio viene utilizzato in combinazione con l'aglio.

Curiosità: l'assenzio non trova applicazione in cucina se non nella preparazione di alcuni aceti dal sapore amaro e nella confezione di liquori. Un tempo celebre, il liquore d'assenzio è oggi proibito in quasi tutti i Paesi, in quanto contiene un olio essenziale che in alte dosi è velenoso. Curioso l'impiego dell'erba per combattere le pulci dei cani e per allontanare le cocciniglie dal giardino.
L'assenzio è un erba comunissima che alcune volte raggiunge la frequenza dell'infestante. Conosciuta dal popolo che l'additava volentieri come termine di paragone per indicare qualcosa di veramente amaro. La pianta essiccata trovava impiego come antitarmico per conservare la lana.


Descrizione: pianta dal fusto cavo dotato di internodi, ha foglie lineari munite di una guaina con una breve ligula dentata che avvolge il fusto. I fiori di colore verde, tuttaltro che appariscenti, sono posti per lo più in numero di due spighette pendule che a loro volta sono situate in una pannocchia terminale. La fioritura avviene in primavera. Il fusto può superare il metro e mezzo d'altezza.

Habitat: pianta coltivata e conosciuta fin dai primordi dell'umanità, l'avena è un vegetale di importanza fondamentale per la vita dell'uomo e degli animali. E' coltivata in tutte le zone temperate d'Italia e del mondo.

Raccolta: si utilizzano i semi e la paglia raccolti allorché la pianta ha completato il suo ciclo biologico.

Avvertenze: nessuna in particolare.

Caratteristiche: l'avena è una pianta che merita una stima assai più elevata di quella che per solito le si attribuisce. Il suo impiego può essere di giovamento in più di un affezione, soprattutto quelle di petto e di gola, combatte anche le nefriti, l'anemia e in particolar modo l'emorroidi.
La farina d'avena rappresenta un ottimo alimento per i bambini e per le puerpere alle quali scarseggia il latte, ed è di grande giovamento per quanti soffrono di bruciori allo stomaco e disfunzioni digestive.
L'impiego della farina d'avena è consigliato a quanti soffrono di diabete.

Curiosità: l'avena trova un vastissimo impiego in campo alimentare, sia umano che animale. Elemento fondamentale delle popolazioni nord-europee, combatte la stanchezza e dà vigore alla muscolatura. Si consuma sotto forma di farine, fiocchi, semi. La farina d'avena mescolata con quella di altri cereali, quali l'orzo e il frumento viene impiegata per confezionarte creme nutrienti particolarmente adatte ai bambini nella fase di svezzamento. In campo estetico la farina d'avena viene impiegata come base per la preparazione di maschere nutrienti della pelle.


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